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- La Cina ordina lo stop all'acquisto di chip AI Nvidia.
- Le azioni di Nvidia calano di oltre 1% pre-mercato.
- Nvidia investe 15 miliardi di dollari in infrastruttura AI UK.
- Indagine antitrust cinese su Nvidia per acquisizione di Mellanox.
- USA concedono licenze export a Nvidia per il 15% vendite H20.
Un quadro in evoluzione
Il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha espresso il suo disappunto in seguito alle notizie secondo cui la Cina avrebbe ordinato alle sue principali aziende tecnologiche di interrompere l’acquisto di chip per l’intelligenza artificiale (AI) prodotti dalla sua azienda. Questa mossa rappresenta un’ulteriore complicazione per Nvidia, già alle prese con restrizioni all’esportazione e indagini antitrust.
Huang ha dichiarato di essere “deluso” dalla decisione, sottolineando che Nvidia ha contribuito in modo significativo al mercato cinese negli ultimi 30 anni. Tuttavia, ha riconosciuto che le tensioni geopolitiche tra Stati Uniti e Cina sono alla base di questa situazione.
La notizia è giunta in seguito a un rapporto del Financial Times secondo cui la Cyberspace Administration of China (CAC) avrebbe ordinato a società come ByteDance (proprietaria di TikTok) e Alibaba di non acquistare i chip RTX Pro 6000D di Nvidia, progettati specificamente per il mercato cinese.

Prompt per l’immagine: Un’immagine iconica in stile neoplastico e costruttivista. Al centro, un chip Nvidia stilizzato con linee verticali e orizzontali che si intersecano, rappresentando la tecnologia avanzata. A sinistra, una stilizzazione della bandiera cinese, composta da forme geometriche rosse e gialle. A destra, una stilizzazione della bandiera statunitense, composta da forme geometriche blu, bianche e rosse. Le due bandiere sono parzialmente sovrapposte e collegate al chip centrale tramite linee sottili. Lo sfondo è neutro, con una palette di colori freddi e desaturati. L’immagine non deve contenere testo.
Implicazioni finanziarie e strategiche
Le azioni di Nvidia hanno subito un calo di oltre l’1% nelle negoziazioni pre-mercato in seguito alla notizia. Huang ha rivelato che Nvidia ha smesso di includere la Cina nelle sue previsioni finanziarie, data l’incertezza normativa.
Precedentemente, gli Stati Uniti avevano imposto restrizioni all’esportazione di chip AI di Nvidia in Cina, incluso un chip server meno potente chiamato H20, per motivi di sicurezza nazionale. Tuttavia, ad agosto, la Casa Bianca aveva annunciato un accordo in base al quale Nvidia avrebbe ricevuto licenze di esportazione in cambio del 15% delle vendite cinesi dell’H20 al governo degli Stati Uniti.
La Cina, dal canto suo, ambisce a rivaleggiare con il dominio globale degli Stati Uniti nel campo dell’AI e sta sviluppando i propri chip come parte della sua strategia. Grandi aziende tecnologiche come DeepSeek, Tencent e Alibaba erano tra le società cinesi che avevano ordinato chip Nvidia prima dell’ordine di interromperne l’acquisto.
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Investimenti nel Regno Unito e indagine antitrust
Nonostante le difficoltà in Cina, Nvidia ha annunciato un investimento di 11 miliardi di sterline (15 miliardi di dollari) nell’infrastruttura AI del Regno Unito. Anche altre importanti aziende tecnologiche statunitensi, tra cui Microsoft, Google e Salesforce, hanno annunciato investimenti multimiliardari nell’AI nel paese.
Parallelamente, la State Administration for Market Regulation (SAMR) cinese ha avviato un’indagine antitrust su Nvidia in merito all’acquisizione di Mellanox, una società tecnologica israeliana che crea soluzioni di rete per data center e server.
Uno sguardo al futuro: tra geopolitica e innovazione
La situazione attuale evidenzia le complesse dinamiche geopolitiche che influenzano il settore tecnologico. Mentre Nvidia si dichiara pronta a supportare sia il governo degli Stati Uniti che le aziende cinesi, il futuro della sua presenza nel mercato cinese rimane incerto. La capacità di Nvidia di navigare queste acque torbide e di continuare a innovare sarà cruciale per il suo successo a lungo termine.
Navigare le acque agitate: tra dazi e giochi a somma zero
La decisione della Cina di limitare l’uso dei chip Nvidia è un chiaro esempio delle conseguenze di una politica basata su dazi e giochi a somma zero. Questa mentalità, che purtroppo sembra prevalere in alcuni ambienti politici ed economici, ignora il potenziale di cooperazione e crescita reciproca che può derivare da un approccio più aperto e collaborativo. È fondamentale comprendere che esistono “giochi a somma positiva”, in cui tutte le parti possono beneficiare. La scuola di pensiero dei dazi e dei giochi a somma zero può portare a danni irreversibili, limitando l’innovazione e ostacolando la crescita economica globale.