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- Utile lordo cloud solo il 14% con 900 milioni da Nvidia.
- Crescita ricavi cloud del 700% nei prossimi 3 anni.
- Debito a lungo termine di 82,2 miliardi di dollari ad agosto.
- Necessari 100 miliardi di dollari per accordo con OpenAI.
- Contratto da 300 miliardi di dollari con capacità di 4,5 gigawatt.
Oracle Sotto Pressione: Margini Cloud Inferiori alle Aspettative
Le azioni di Oracle hanno subito un calo significativo a seguito della pubblicazione di documenti interni che rivelano margini di profitto inferiori alle aspettative nel settore del cloud computing. Nonostante un fatturato di circa 900 milioni di dollari derivante dal noleggio di server equipaggiati con chip Nvidia nel primo trimestre dell’anno fiscale 2026, conclusosi ad agosto, l’utile lordo si è attestato a soli 125 milioni di dollari, traducendosi in un margine lordo di circa il 14%.
Questo dato ha sollevato preoccupazioni tra gli analisti, soprattutto considerando che Oracle sta beneficiando della crescente domanda globale di infrastrutture per l’intelligenza artificiale. L’azienda aveva precedentemente annunciato una crescita del 700% dei ricavi del cloud computing nei prossimi tre anni fiscali, contribuendo a un aumento del valore delle azioni di circa il 70% quest’anno.
## Investimenti Massicci e Margini Ridotti
La discrepanza tra la crescita dei ricavi e i margini di profitto inferiori alle attese è attribuita agli ingenti investimenti necessari per sostenere l’espansione del cloud. Costi elevati per l’approvvigionamento di chip e la costruzione di data center stanno pesando sui margini complessivi di Oracle, che hanno recentemente raggiunto un minimo pluriennale del 67,3%.

Secondo KeyBanc Capital Markets, Oracle potrebbe aver bisogno di contrarre prestiti per circa 100 miliardi di dollari nei prossimi anni per onorare l’accordo con OpenAI. Questo finanziamento sarebbe destinato alla costruzione di nuovi data center e all’infrastruttura necessaria per il mega-contratto da 300 miliardi di dollari annunciato a settembre. L’accordo, con una capacità di 4,5 gigawatt, è uno dei più grandi contratti cloud mai stipulati e aveva inizialmente provocato un forte aumento del prezzo delle azioni.
## Debito in Aumento e Pressioni Finanziarie
Al termine di agosto, il bilancio di Oracle mostrava un debito a lungo termine di 82,2 miliardi di dollari, con l’emissione di 18 miliardi di dollari in nuove obbligazioni per finanziare l’espansione della capacità cloud. La liquidità disponibile era di circa 10 miliardi di dollari, mentre altri 9 miliardi di dollari di debito scadranno entro dodici mesi.
Le agenzie di rating del credito stanno ora mettendo in guardia sull’aumento del debito e sul rischio che OpenAI non sia in grado di far fronte ai propri obblighi di pagamento. Il prossimo anno e mezzo sarà cruciale per Oracle per dimostrare che gli ingenti investimenti si traducono effettivamente in una crescita redditizia. ## Sfide e Opportunità nel Settore Cloud
La situazione di Oracle evidenzia le sfide che le aziende del settore cloud devono affrontare per bilanciare la crescita dei ricavi con la redditività. Gli investimenti massicci in infrastrutture e tecnologie avanzate sono essenziali per soddisfare la crescente domanda di servizi cloud, ma possono anche esercitare pressioni sui margini di profitto.
Nonostante le difficoltà attuali, Oracle rimane ben posizionata per beneficiare della continua espansione del mercato cloud. La sua solida base di clienti, la sua vasta gamma di prodotti e servizi e la sua partnership strategica con Nvidia le offrono un vantaggio competitivo significativo. Tuttavia, l’azienda dovrà gestire attentamente i propri investimenti e ottimizzare i propri processi operativi per garantire una crescita redditizia nel lungo termine.
## Oracle e la Scommessa sull’Intelligenza Artificiale: Un Equilibrio Precario
La vicenda di Oracle, con i suoi margini cloud sotto pressione nonostante l’impennata della domanda di infrastrutture AI, solleva un interrogativo cruciale: è sostenibile l’attuale modello di business basato su investimenti massicci e crescita esponenziale? La risposta non è semplice, ma è chiaro che Oracle si trova a un bivio. Da un lato, la scommessa sull’intelligenza artificiale sembra vincente, con contratti miliardari e una crescita vertiginosa dei ricavi. Dall’altro, i costi elevati e il debito in aumento mettono a dura prova la redditività e la stabilità finanziaria dell’azienda.
In termini di automazione, scalabilità produttiva e trasformazione digitale, la vicenda di Oracle ci ricorda che la tecnologia è solo uno strumento. L’automazione dei processi e la scalabilità delle infrastrutture sono fondamentali per competere nel mercato odierno, ma non sono sufficienti a garantire il successo. È necessario un approccio olistico che tenga conto dei costi, dei rischi e delle implicazioni finanziarie di ogni decisione.
Un concetto base di automazione applicabile a questo caso è l’Infrastructure as Code (IaC), che permette di gestire e automatizzare l’approvvigionamento e la configurazione delle risorse cloud tramite codice. Questo approccio può aiutare Oracle a ridurre i costi e migliorare l’efficienza operativa.
Un concetto più avanzato è l’AI-powered Infrastructure Management, che utilizza l’intelligenza artificiale per ottimizzare l’utilizzo delle risorse cloud, prevedere i guasti e automatizzare la risoluzione dei problemi. Questo approccio può aiutare Oracle a massimizzare la redditività dei suoi investimenti e a fornire un servizio più affidabile ai suoi clienti.
Ora, fermiamoci un attimo a riflettere. Oracle sta cavalcando l’onda dell’AI, ma a quale prezzo? Stiamo assistendo a una nuova bolla speculativa, alimentata da promesse di guadagni facili e da investimenti irrazionali? Oppure Oracle è davvero in grado di trasformare il suo modello di business e di creare valore a lungo termine? La risposta, come spesso accade, sta nel mezzo. Ma una cosa è certa: il futuro di Oracle, e forse dell’intero settore cloud, dipenderà dalla sua capacità di trovare un equilibrio tra ambizione e prudenza, tra crescita e redditività.