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Bus made in China: siamo sicuri di chi ha il controllo?

Un'indagine nel Regno Unito solleva dubbi sulla sicurezza dei bus Yutong, con il rischio potenziale di controllo remoto e implicazioni per la sovranità digitale. Scopri i dettagli.
  • Yutong controlla oltre il 10% del mercato globale dei bus.
  • Aggiornamenti software over-the-air: rischio di controllo remoto.
  • Ruter introduce firewall per controllo locale e anti-hacking.

Il Regno Unito ha avviato un’indagine approfondita sulla potenziale vulnerabilità dei bus di fabbricazione cinese, in seguito alle preoccupazioni sollevate dalle autorità norvegesi e danesi. L’inchiesta, condotta dal Dipartimento per i Trasporti e dal Centro Nazionale per la Sicurezza Cibernetica, mira a determinare se i bus prodotti da Yutong possano essere controllati da remoto dal produttore, sollevando interrogativi sulla sicurezza delle infrastrutture britanniche.

## Preoccupazioni sulla Sicurezza Cibernetica

La decisione di avviare l’indagine è stata innescata dai risultati di un’analisi condotta in Norvegia da Ruter, l’operatore di trasporto pubblico di Oslo. Tale analisi ha rivelato che i bus Yutong potrebbero teoricamente essere “fermati o resi inutilizzabili” dal produttore. La Danimarca ha successivamente aperto una propria indagine a seguito delle scoperte norvegesi.

Yutong, originariamente una fabbrica di riparazione di bus fondata nel 1963, ha esportato circa 110.000 bus in oltre 100 paesi, conquistando oltre il 10% del mercato globale. Nel Regno Unito, i suoi bus sono utilizzati in diverse località, tra cui Bristol, Essex, Leicester, Nottingham, Galles del Sud e South Yorkshire.

## Dettagli Tecnici e Rischi Potenziali

L’indagine norvegese ha evidenziato che i bus Yutong sono in grado di ricevere aggiornamenti software over-the-air, il che significa che il produttore ha la capacità di modificare il software da remoto. I test condotti da Ruter hanno rivelato che “c’è accesso al sistema di controllo per la batteria e l’alimentazione tramite rete mobile attraverso una SIM card rumena”. Questo, in teoria, consentirebbe al produttore di fermare o rendere inutilizzabile il bus.

È importante notare che Ruter ha specificato che le telecamere dei bus non sono connesse a Internet, eliminando il rischio di trasmissione di immagini o video dai bus. Tuttavia, la possibilità di controllo remoto del software rimane una preoccupazione significativa.

## Reazioni e Misure di Sicurezza

In risposta alle preoccupazioni sollevate, Ruter ha annunciato l’introduzione di requisiti di sicurezza più rigorosi e l’intensificazione delle misure anti-hacking. Queste misure includono lo sviluppo di firewall per garantire il controllo locale e prevenire l’hacking, nonché la collaborazione con le autorità per definire “requisiti di sicurezza informatica chiari”. Inoltre, Ruter sta adottando misure per ritardare i segnali in entrata, “in modo da poter ottenere informazioni sugli aggiornamenti inviati prima che raggiungano il bus”.

Movia, una società di trasporti danese, ha dichiarato di star rivedendo le valutazioni dei rischi relativi alla sicurezza informatica e allo spionaggio sui bus di linea, nonché le possibili misure per prevenire l’hacking, l’uso improprio dei dati e i rischi di disattivazione dei bus.
## Implicazioni e Riflessioni sulla Sovranità Digitale

La vicenda solleva interrogativi cruciali sulla sovranità digitale e sulla dipendenza dalle tecnologie straniere. Se un produttore straniero avesse la capacità di controllare da remoto i veicoli utilizzati nelle infrastrutture critiche di un paese, ciò potrebbe rappresentare una seria minaccia alla sicurezza nazionale.
Come ha sottolineato CyberQuinta, “quando parliamo di sovranità digitale, dovremmo fare un semplice test: chiederci ‘e se fossero cinesi o russi?'”. La domanda è se saremmo disposti ad accettare un tale livello di controllo da parte di un paese con cui potremmo avere interessi divergenti. Se la risposta è negativa, allora dobbiamo affrontare il problema della sovranità digitale in modo serio e proattivo.

## Conclusioni: Un Imperativo di Sicurezza e Autonomia Tecnologica

La vicenda dei bus Yutong rappresenta un campanello d’allarme per la sicurezza cibernetica e la sovranità tecnologica. La capacità di controllare da remoto i veicoli, anche solo teoricamente, solleva interrogativi sulla vulnerabilità delle infrastrutture critiche e sulla necessità di rafforzare le difese cibernetiche. È essenziale che i governi e le aziende collaborino per sviluppare standard di sicurezza rigorosi e garantire che le tecnologie utilizzate siano sicure e affidabili.

In questo contesto, è fondamentale comprendere i concetti di base dell’automazione, della scalabilità produttiva e della trasformazione digitale. L’automazione si riferisce all’utilizzo di sistemi e tecnologie per eseguire compiti che tradizionalmente richiederebbero l’intervento umano. La scalabilità produttiva si riferisce alla capacità di un’azienda di aumentare la propria produzione in modo efficiente ed economico. La trasformazione digitale si riferisce all’integrazione della tecnologia digitale in tutti gli aspetti di un’azienda, cambiando radicalmente il modo in cui opera e offre valore ai clienti. Un concetto avanzato in questo ambito è la “zero trust architecture”, un modello di sicurezza che presuppone che nessuna entità, interna o esterna alla rete, sia automaticamente affidabile. Invece, ogni tentativo di accesso alle risorse deve essere verificato, indipendentemente dalla sua origine. Questo approccio può contribuire a mitigare i rischi associati al controllo remoto dei veicoli e ad altre minacce cibernetiche.

La vicenda dei bus Yutong ci invita a riflettere sulla nostra dipendenza dalle tecnologie straniere e sulla necessità di promuovere l’autonomia tecnologica. Dobbiamo chiederci se siamo disposti a cedere il controllo delle nostre infrastrutture critiche a paesi con cui potremmo avere interessi divergenti. Se la risposta è negativa, allora dobbiamo investire in ricerca e sviluppo, sostenere le aziende locali e promuovere una cultura della sicurezza cibernetica. Solo così potremo garantire la nostra sovranità digitale e proteggere i nostri interessi nazionali.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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