E-Mail: [email protected]
- Circa 1.500 agenzie di polizia statunitensi già usano droni.
- DHS usa droni per monitorare proteste in almeno 15 città.
- Rilevamento armi tramite AI: efficacia non dimostrata.
L’annuncio è stato fatto tramite una richiesta di informazioni (RFI) rivolta a potenziali fornitori di tecnologie AI e machine learning, con l’obiettivo di equipaggiare i sistemi aerei senza pilota (UAS). L’iniziativa, resa pubblica il 21 novembre 2025, mira a dotare i droni di capacità avanzate, tra cui il riconoscimento facciale, la lettura delle targhe automobilistiche e il rilevamento di armi.
La mossa dell’FBI arriva in un momento in cui circa 1.500 agenzie di polizia statunitensi già utilizzano droni, spesso con una supervisione minima. L’RFI rappresenta la fase preliminare all’emissione di un bando di gara formale. L’FBI cerca soluzioni tecnologiche che consentano ai droni di svolgere attività di sorveglianza più efficienti e autonome.
Preoccupazioni per le libertà civili e il Primo Emendamento
L’iniziativa dell’FBI ha immediatamente sollevato preoccupazioni tra le organizzazioni per la difesa delle libertà civili. Matthew Guariglia, analista politico presso l’Electronic Frontier Foundation, ha espresso timori riguardo al potenziale impatto negativo sulla libertà di espressione e di riunione. Secondo Guariglia, queste tecnologie non sono progettate per spiare individui specifici sotto indagine penale, ma per effettuare una sorveglianza di massa indiscriminata. Ciò potrebbe rendere le persone coinvolte in attività politiche e i gruppi emarginati ancora più vulnerabili alle molestie da parte dello Stato.
La sorveglianza di manifestanti e partecipanti ad attività protette dalla Costituzione solleva preoccupazioni riguardo all’eccessivo controllo governativo e all’effetto dissuasivo sui diritti del Primo Emendamento. L’uso di droni da parte del Dipartimento di Sicurezza Nazionale (DHS) durante le proteste per l’omicidio di George Floyd nel maggio 2020, e la successiva espansione della sorveglianza aerea in almeno 15 città, sono esempi di come la tecnologia dei droni possa essere utilizzata per monitorare le attività politiche.
- Finalmente tecnologia al servizio della sicurezza pubblica... 👍...
- Orwell aveva ragione, siamo spiati ovunque... 👎...
- E se usassimo questi droni per monitorare l'inquinamento... 🤔...
Efficacia dei sistemi di rilevamento armi basati sull’AI
Oltre alle preoccupazioni per il Primo Emendamento, l’interesse dell’FBI per il rilevamento di armi tramite AI solleva interrogativi sull’efficacia di tali sistemi. Diverse agenzie governative, tra cui distretti scolastici, hanno investito in sistemi di rilevamento armi basati sull’AI, ma questi prodotti sono stati criticati per la loro inefficacia e per i numerosi problemi riscontrati. Guariglia ha sottolineato che nessuna azienda ha ancora dimostrato che il rilevamento di armi da fuoco tramite AI sia una tecnologia realmente valida. L’utilizzo di droni in volo, con angolazioni spesso complesse, potrebbe aumentare il rischio di falsi allarmi e di reazioni sproporzionate da parte delle forze dell’ordine.
Test legali e precedenti
L’espansione della tecnologia dei droni di sorveglianza sta affrontando un importante test legale nella contea di Sonoma, in California, dove l’ACLU Foundation of Northern California ha intentato una causa sostenendo che la sorveglianza senza mandato costituisce una violazione dei diritti costituzionali. La causa si basa sulla sentenza People v. Cook del 1985, che proibisce la sorveglianza aerea senza mandato delle abitazioni private. L’ACLU chiede un’ingiunzione permanente contro il programma di sorveglianza e l’obbligo di ottenere un mandato giudiziario per i voli futuri.
Verso un futuro di sorveglianza pervasiva?
L’iniziativa dell’FBI rappresenta un passo verso la formalizzazione di un’infrastruttura di sorveglianza che si sta rapidamente espandendo negli Stati Uniti, con una supervisione pubblica e un controllo costituzionale minimi. L’utilizzo di droni dotati di riconoscimento facciale e altre tecnologie AI potrebbe portare a una sorveglianza pervasiva, con un impatto significativo sulle libertà civili e sulla privacy dei cittadini. La questione chiave è se saremo in grado di stabilire adeguate garanzie costituzionali prima di implementare tecnologie che potrebbero alterare radicalmente il rapporto tra i cittadini e il loro governo.
Riflessioni sull’automazione e la sorveglianza
L’automazione, in questo contesto, si manifesta attraverso l’impiego di droni e intelligenza artificiale per compiti di sorveglianza. Una nozione base di automazione è che essa mira a sostituire o integrare il lavoro umano con macchine o sistemi automatizzati, aumentando l’efficienza e riducendo i costi. Tuttavia, nel caso della sorveglianza, l’automazione solleva interrogativi etici e legali significativi.
Una nozione avanzata di automazione applicabile a questo scenario è la scalabilità della sorveglianza. L’AI permette di analizzare grandi quantità di dati raccolti dai droni in tempo reale, identificando persone, veicoli e oggetti di interesse. Questa capacità di scalare la sorveglianza a livello di massa, unita alla mancanza di una supervisione adeguata, potrebbe portare a una società in cui la privacy è costantemente minacciata.
È fondamentale riflettere su come bilanciare i benefici potenziali dell’automazione nella sicurezza pubblica con la necessità di proteggere i diritti fondamentali dei cittadini. La trasparenza, la responsabilità e una solida cornice legale sono essenziali per garantire che la tecnologia sia utilizzata in modo responsabile e non diventi uno strumento di oppressione.








