Ai e licenziamenti: la verità nascosta dietro l’automazione

## L’Era dell’Automazione: Licenziamenti e Trasformazioni nel Mondo del Lavoro

L’ascesa dell’intelligenza artificiale (IA) sta ridefinendo il panorama occupazionale globale, con ripercussioni concrete che si manifestano attraverso riduzioni di personale e riorganizzazioni aziendali. In Italia, Paramount ha annunciato il taglio di 35 posizioni a Milano, una decisione dettata dalla necessità di incrementare l’efficienza e ridurre i costi operativi. Questo evento, sebbene circoscritto, riflette una tendenza più ampia che vede imprese di diverse dimensioni e settori adottare l’IA come strumento per ottimizzare le proprie risorse umane.
La portata di questa trasformazione è vasta e coinvolge non solo mansioni ripetitive, ma anche ruoli professionali più qualificati. Aziende come HP, colosso del settore informatico, prevedono di ridurre il personale fino a 6.000 unità entro il 2028, con l’obiettivo di incrementare la produttività attraverso l’implementazione di soluzioni basate sull’IA. Amazon, gigante dell’e-commerce, ha annunciato un’ondata di licenziamenti che coinvolge circa 30.000 dipendenti, una decisione che, sebbene in parte attribuibile a un eccesso di assunzioni durante la pandemia, è indubbiamente influenzata dalla capacità dell’IA di sostituire determinate funzioni lavorative.

## La Trasformazione di OpenAI e l’Impatto sul Mercato

OpenAI, l’organizzazione che ha sviluppato ChatGPT, ha subito una trasformazione significativa, passando da entità no-profit a società for-profit. Questa ristrutturazione, che ha portato alla creazione di OpenAI Group PBC, consente all’azienda di emettere azioni, raccogliere capitali e quotarsi in borsa. Sebbene OpenAI dichiari di operare a beneficio dell’umanità, la sua dipendenza da investitori come Microsoft, che detiene una quota del 27% valutata 135 miliardi di dollari, solleva interrogativi sulla reale autonomia dell’organizzazione.

Alcune fonti suggeriscono che OpenAI stia esplorando l’eventualità di un’offerta pubblica iniziale (IPO), che potrebbe attribuire all’azienda una valutazione di mercato fino a mille miliardi di dollari. Tuttavia, la società prevede di bruciare 115 miliardi di dollari entro il 2029 per finanziare la ricerca sull’IA e potenziare i suoi prodotti, il che solleva dubbi sulla sostenibilità del suo modello di business.

## L’Ottobre Nero del 2025: Licenziamenti e Retorica dell’IA

Negli Stati Uniti, il mese di ottobre 2025 ha registrato un picco di licenziamenti, con oltre 150.000 persone che hanno perso il lavoro. Questo dato, il più alto degli ultimi vent’anni, è accompagnato da una nuova retorica che attribuisce i licenziamenti all’adozione dell’IA. Le aziende utilizzano l’IA come giustificazione per ridurre il personale, presentandola come una forza ineluttabile che spazza via posti di lavoro.

Tuttavia, questa narrazione nasconde una realtà più complessa. L’implementazione dell’IA richiede investimenti significativi in formazione, infrastrutture e tempo, e il lavoro licenziato non scompare, ma viene spesso spalmato su chi resta o esternalizzato. L’efficienza promessa dall’IA è quindi spesso più narrativa che reale, un modo per rassicurare i mercati e aumentare il valore delle azioni.

## Verso un Futuro Incertezza: Riflessioni sull’Automazione e il Lavoro

L’automazione, spinta dall’IA, sta diventando un fine in sé, un valore morale che premia l’efficienza a scapito dell’imprevedibilità umana e delle relazioni interpersonali. In questo processo, si rischia di perdere di vista il senso del lavoro e di trasferire il rischio dal capitale alle persone. L’IA non è la causa dei licenziamenti, ma il linguaggio che li rende accettabili, lo schermo dietro cui si nasconde la stessa logica di sempre: massimizzare il profitto a ogni costo.

Sam Altman, fondatore di OpenAI, ha espresso l’ambizione di portare nei laboratori di tutto il mondo un assistente alla ricerca potenziato con l’IA entro tre anni. Questa visione, sebbene promettente, solleva interrogativi sul futuro del lavoro e sulla necessità di ripensare il ruolo dell’uomo in un’era dominata dalle macchine.

## Un Nuovo Paradigma: Co-Evoluzione e Reskilling

Di fronte a questa trasformazione epocale, è fondamentale adottare un approccio proattivo e lungimirante. Una nozione base di automazione, scalabilità produttiva e trasformazione digitale è che l’innovazione tecnologica non deve essere vista come una minaccia, ma come un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro e migliorare la qualità della vita.

Un concetto avanzato è quello della co-evoluzione, in cui l’uomo e la macchina collaborano per raggiungere obiettivi comuni. Questo richiede un investimento massiccio in reskilling e upskilling, per consentire ai lavoratori di acquisire le competenze necessarie per operare in un ambiente lavorativo sempre più automatizzato.

È essenziale riflettere sul significato del lavoro in un’era di automazione. Dobbiamo chiederci se il nostro valore risiede esclusivamente nella nostra capacità di produrre beni e servizi, o se abbiamo un ruolo più ampio da svolgere nella società. Forse è il momento di ripensare il concetto stesso di lavoro, di esplorare nuove forme di attività che valorizzino la creatività, l’empatia e le capacità umane che le macchine non possono replicare.