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- Etichette discografiche chiedevano inizialmente 400 milioni, poi 700 milioni di dollari.
- L'Internet Archive ha rimosso 500.000 libri dopo l'ingiunzione del tribunale.
- La corte ha vietato la distribuzione di tutti i libri "disponibili per la licenza elettronica".
L’Internet Archive, un pilastro della conservazione digitale, ha recentemente concluso una serie di battaglie legali che hanno messo a rischio la sua stessa esistenza. Queste dispute, incentrate su questioni di copyright e diritti d’autore, hanno sollevato interrogativi fondamentali sul futuro dell’accesso all’informazione e sulla digitalizzazione del patrimonio culturale.
## La Battaglia per la Conservazione della Musica
La prima controversia ha visto l’Internet Archive contrapporsi a importanti etichette discografiche in merito al “Great 78 Project”. Questa iniziativa ambiziosa mirava a preservare milioni di incisioni musicali su 78 giri, supportando gli storici nella documentazione della storia della musica. Le etichette discografiche, tra cui Umg Recordings, Capitol Records e Sony Music Entertainment, hanno accusato l’Internet Archive di violazione del copyright, sostenendo di aver subito perdite economiche a causa della riproduzione online delle registrazioni. Inizialmente, le major avevano richiesto un risarcimento di 400 milioni di dollari, cifra poi aumentata a 700 milioni.
L’Internet Archive ha contestato le accuse, sottolineando che i download e gli ascolti erano relativamente bassi e che i danni reali erano minimi. Tuttavia, le etichette hanno continuato a esercitare pressione, aggiungendo un numero crescente di opere alla causa. Alla fine, le parti hanno raggiunto un accordo confidenziale, i cui dettagli non sono stati resi pubblici.

## La Sconfitta sull’E-Lending
Parallelamente alla battaglia musicale, l’Internet Archive ha affrontato una causa intentata dagli editori in merito al suo “Open Libraries Project”, un’iniziativa che permetteva il prestito gratuito online di scansioni digitali di libri. La Corte d’Appello del Secondo Circuito ha respinto l’argomentazione dell’Internet Archive secondo cui il prestito digitale controllato (che permetteva il prestito di una sola copia digitale per volta) costituiva un “fair use” trasformativo.
La corte ha stabilito che le copie digitali dell’Internet Archive non fornivano “critiche, commenti o informazioni sugli originali” e non aggiungevano “qualcosa di nuovo” ai libri originali. Di conseguenza, l’uso dei libri da parte dell’Internet Archive non era considerato trasformativo e violava il diritto d’autore. La sentenza ha vietato all’Internet Archive di distribuire non solo le opere oggetto della causa, ma tutti i libri “disponibili per la licenza elettronica”.
## Reazioni e Prospettive Future
La decisione della corte d’appello ha suscitato reazioni contrastanti. Gli editori hanno celebrato la sentenza come una vittoria per i diritti d’autore, mentre i sostenitori dell’Internet Archive hanno espresso delusione e preoccupazione per il futuro dell’accesso all’informazione. Meredith Rose, senior policy counsel per Public Knowledge, ha criticato la sentenza, sostenendo che essa mina gli obiettivi delle biblioteche nell’era digitale. Lia Holland, di Fight for the Future, ha definito la decisione “un colpo miope e pericoloso” alle biblioteche, agli autori e ai lettori.
L’Internet Archive ha rimosso 500.000 libri dalla sua biblioteca in seguito all’ingiunzione del tribunale. I sostenitori dell’organizzazione hanno esortato gli editori a ripristinare l’accesso ai libri, sottolineando l’impatto negativo sulla ricerca, l’istruzione e le comunità svantaggiate.
## *Un Futuro Incerto per l’Accesso all’Informazione
Le battaglie legali dell’Internet Archive evidenziano le tensioni tra la protezione del diritto d’autore e la promozione dell’accesso all’informazione. Mentre le case discografiche e gli editori cercano di proteggere i loro interessi economici, l’Internet Archive si batte per preservare il patrimonio culturale e garantire che la conoscenza sia accessibile a tutti.
Le sentenze sfavorevoli all’Internet Archive potrebbero avere conseguenze significative per il futuro delle biblioteche digitali e per la digitalizzazione del patrimonio culturale. Resta da vedere se il Congresso interverrà per chiarire le leggi sul copyright e proteggere il diritto delle biblioteche di prestare libri in formato digitale.
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Amici, parliamoci chiaro. L’automazione e la scalabilità produttiva non sono solo parole d’ordine da sbandierare nelle conferenze. Dietro a questi concetti, si cela una trasformazione profonda del modo in cui accediamo e condividiamo la conoscenza. Pensateci: l’Internet Archive, con la sua missione di preservare e rendere accessibile il sapere, si è trovato a combattere contro giganti dell’industria discografica ed editoriale.
Una nozione base di automazione ci dice che digitalizzare un libro o una registrazione musicale è un processo che può essere replicato all’infinito, rendendo l’accesso all’informazione potenzialmente illimitato. Ma una nozione più avanzata ci rivela che questa scalabilità incontra ostacoli legali ed economici, che possono limitare drasticamente la diffusione del sapere.
La domanda che dobbiamo porci è: come possiamo bilanciare la protezione del diritto d’autore con la necessità di garantire un accesso equo e universale all’informazione? La risposta non è semplice, ma è fondamentale per costruire un futuro in cui la conoscenza sia un bene comune, accessibile a tutti, e non un privilegio riservato a pochi.






