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- Annunciati 81.000 posti da Microsoft, realtà: solo 1.547 diretti.
- InvestChile prevede 32 nuovi data center, ma solo 909 posti.
- Google: 5.520 posti 'supportati', ma dati non verificati da Deloitte.
## L’Illusione dei Posti di Lavoro nei Data Center: Un’Analisi Impietosa
Nel cuore pulsante dell’innovazione tecnologica, i data center emergono come pilastri fondamentali dell’era digitale. Tuttavia, dietro la facciata di progresso e crescita economica, si cela una realtà meno idilliaca, soprattutto per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro.
Un recente studio condotto in Cile ha sollevato dubbi significativi sulle promesse di occupazione associate alla costruzione e all’operatività di queste infrastrutture. Mentre le aziende tecnologiche e il governo cileno hanno sbandierato la creazione di migliaia di posti di lavoro, un’analisi più approfondita rivela una discrepanza notevole tra le aspettative e la realtà.
Il Presidente Gabriel Boric, nel giugno 2025, aveva annunciato che il cluster di data center di Microsoft avrebbe generato oltre 81.000 posti di lavoro. Tuttavia, i dati emersi da un’analisi di 17 progetti di data center sottoposti a revisione ambientale dal 2012 indicano che questi assumerebbero direttamente non più di 1.547 dipendenti a tempo pieno. In media, ogni struttura offre circa 90 posizioni, alcune addirittura solo 20.

Ex dipendenti e attivisti locali hanno rivelato che la maggior parte delle posizioni sono nel settore della sicurezza e delle pulizie. Questa constatazione mette in discussione l’idea che i data center siano motori di crescita economica e di opportunità di lavoro qualificato.
## La Realtà Occupazionale: Più Ombre che Luci
InvestChile, l’agenzia governativa per gli investimenti, prevede la costruzione di altri 32 data center entro il 2028 da parte di 11 aziende internazionali. Tuttavia, secondo i dati ottenuti dalla ricercatrice Paz Peña, questi progetti aggiungerebbero solo 909 posizioni permanenti durante la fase operativa, che dura circa 30 anni.
Microsoft ha confermato le stime di posti di lavoro, sottolineando il suo impegno nella formazione di oltre 330.000 persone in competenze digitali e nel collegamento di 300.000 residenti rurali a Internet. Tuttavia, queste iniziative non sembrano tradursi in un aumento significativo dell’occupazione diretta nei data center.
La proliferazione dei data center è alimentata dalla crescente domanda di intelligenza artificiale e cloud computing. Si prevede che la capacità dei data center triplicherà entro il 2030, sollevando preoccupazioni sull’impatto ambientale di queste infrastrutture energivore.
## L’Inganno delle Stime di Impatto Economico
Le aziende e il governo preferiscono discutere l’impatto economico complessivo dei data center piuttosto che il numero di dipendenti assunti direttamente. Il governo cileno afferma che il cloud computing ha “supportato” 695.000 posti di lavoro, pari al 6,2% del prodotto interno lordo. Tuttavia, questa cifra include tutti gli sviluppatori di software, le attività online e i lavoratori che utilizzano strumenti cloud.
Diego Cortés, economista presso la National Pedagogical University in Colombia, sottolinea che i posti di lavoro creati dai servizi cloud non sono necessariamente nuovi posti di lavoro. Ad esempio, uno sviluppatore web potrebbe essere già impiegato quando la sua azienda cambia provider di servizi cloud, una modifica che non genera una nuova posizione.
Google afferma che il suo progetto a Quilicura ha “supportato” 5.520 posti di lavoro tra il 2021 e il 2023, secondo un rapporto di Deloitte. Tuttavia, il rapporto non distingue tra posti di lavoro diretti e indiretti, o tra posizioni permanenti e temporanee. Inoltre, Deloitte si è basata su dati non verificati forniti da Google.
## Verso una Valutazione Più Realistica
Le stime di Microsoft per il suo cluster di data center si basano su un rapporto di International Data Corporation (IDC), che include posizioni create dai suoi clienti e posti di lavoro creati nell’economia in generale quando i dipendenti spendono i loro redditi. Tuttavia, questo modello presuppone che un maggiore utilizzo del cloud porti alla crescita, che a sua volta aumenta le assunzioni.
Cortés avverte che il modello di IDC potrebbe sopravvalutare l’impatto per il Cile, poiché i suoi data center potrebbero servire aziende in paesi stranieri. Inoltre, i posti di lavoro IT creati potrebbero andare a lavoratori stranieri piuttosto che a personale locale.
I permessi ambientali presentati al Servizio di Valutazione Ambientale del Cile mostrano che il progetto di Google creerebbe non più di 223 posti di lavoro a tempo pieno. Il data center di Google a Quilicura dovrebbe impiegare meno di 250 persone a lungo termine. Il permesso per uno dei data center di Microsoft mostra che creerebbe solo 75 posti di lavoro a lungo termine in 30 anni di attività.
## Oltre l’Illusione: Un Nuovo Paradigma per l’Occupazione
La realtà è che i data center, pur essendo infrastrutture cruciali per l’economia digitale, non sono motori di occupazione su larga scala. La maggior parte dei posti di lavoro creati sono temporanei e legati alla fase di costruzione. Una volta che il data center è operativo, il numero di dipendenti necessari per la manutenzione e la gestione è relativamente basso.
La sfida per il Cile e per gli altri paesi che investono in data center è quella di sviluppare strategie che massimizzino i benefici economici e sociali di queste infrastrutture. Ciò richiede un approccio più realistico alla valutazione dell’impatto occupazionale e un impegno a investire in programmi di formazione e sviluppo delle competenze che preparino i lavoratori locali alle nuove opportunità create dall’economia digitale.
Invece di concentrarsi esclusivamente sulla creazione di posti di lavoro diretti nei data center, è necessario promuovere un ecosistema digitale più ampio che favorisca l’innovazione, l’imprenditorialità e la creazione di posti di lavoro in settori ad alta crescita come lo sviluppo di software, l’analisi dei dati e l’intelligenza artificiale.
*È fondamentale che i governi e le aziende tecnologiche siano trasparenti sulle reali prospettive occupazionali associate ai data center e che lavorino insieme per creare un futuro in cui i benefici dell’economia digitale siano condivisi da tutti.*
## Automazione e Trasformazione Digitale: Una Riflessione Necessaria
Amici, parliamoci chiaro. L’automazione, in questo contesto, non è il nemico. È un dato di fatto. I data center sono macchine complesse, ottimizzate per funzionare con il minimo intervento umano. Pretendere che creino migliaia di posti di lavoro è come lamentarsi che una lavatrice non abbia bisogno di un esercito di lavandaie.
La vera sfida è capire come sfruttare al meglio questa trasformazione digitale. Invece di illuderci con promesse di occupazione irrealistiche, dovremmo concentrarci su come riqualificare la forza lavoro, creando nuove opportunità in settori emergenti.
Una nozione base di automazione ci ricorda che l’efficienza non è sinonimo di disoccupazione. Una nozione avanzata ci spinge a considerare come l’intelligenza artificiale possa essere utilizzata per creare nuovi modelli di business e nuove forme di lavoro, più flessibili e gratificanti.
Forse è il momento di smettere di guardare al passato e iniziare a immaginare un futuro in cui l’automazione e la tecnologia lavorano al nostro servizio, liberandoci da compiti ripetitivi e permettendoci di concentrarci su ciò che conta davvero: la creatività, l’innovazione e il benessere.







