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- Il programma 287(g) si è esteso a 40 stati.
- 8.500 agenti formati per il controllo dell'immigrazione.
- Foto acquisite con Mobile Fortify conservate per 15 anni.
L’era della sorveglianza biometrica si espande negli Stati Uniti, con implicazioni inquietanti per le libertà civili e la privacy dei cittadini. Il Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS) ha rilasciato un’applicazione mobile, denominata Mobile Identify, che consente alle forze dell’ordine locali di effettuare scansioni facciali a scopo di controllo dell’immigrazione. Questa mossa, apparentemente innocua, solleva interrogativi profondi sulla direzione che sta prendendo la società americana.
## Un’App per la Sorveglianza di Massa
L’applicazione Mobile Identify, resa disponibile sul Google Play Store da U. S. Customs and Border Protection (CBP), è destinata agli agenti delle forze dell’ordine locali che operano nell’ambito del programma federale 287(g). Questo programma controverso permette al DHS, tramite l’Immigration and Customs Enforcement (ICE), di delegare alcune funzioni di controllo dell’immigrazione alle agenzie statali e locali. In pratica, agenti di polizia formati possono verificare lo stato immigratorio, emettere fermi e avviare procedure di espulsione sotto la supervisione dell’ICE.
Il programma 287(g) ha visto una notevole espansione, raggiungendo 40 stati con oltre 8.500 agenti formati e più di 2.000 in fase di addestramento. Tuttavia, la qualità e la supervisione di questa formazione sono state oggetto di critiche, con l’Office of Inspector General (IG) del DHS che ha evidenziato lacune significative nell’istruzione sui diritti civili fornita agli agenti partecipanti.
L’app Mobile Identify richiede l’accesso alla fotocamera e un account Login.gov. Sebbene la descrizione ufficiale non menzioni esplicitamente il riconoscimento facciale, il codice dell’applicazione contiene riferimenti a “facescanner” e “FacePresence”, suggerendo la presenza di funzionalità di scansione facciale integrate. Secondo alcune fonti, l’app non restituisce il nome della persona scansionata, ma fornisce un numero di riferimento e istruzioni per contattare l’ICE. A seconda del risultato, l’agente viene informato se deve fermare o meno la persona.
## Le Implicazioni per la Privacy e le Libertà Civili
L’introduzione di Mobile Identify solleva serie preoccupazioni riguardo alla privacy e alle libertà civili. L’app si inserisce in un contesto più ampio di espansione dei programmi biometrici del DHS, che include l’app Mobile Fortify utilizzata dall’ICE e la raccolta di dati biometrici da parte del CBP.
Mobile Fortify, ad esempio, consente agli agenti federali di confrontare i volti catturati con i database del DHS. Le foto acquisite tramite Mobile Fortify vengono conservate per 15 anni, anche se il soggetto è un cittadino statunitense. Membri del Congresso hanno espresso preoccupazione per il fatto che gli agenti dell’ICE si basino sui risultati di Mobile Fortify anche in presenza di documenti che provano la cittadinanza, sollevando dubbi sul rispetto del giusto processo.
Inoltre, a differenza di altre piattaforme mobili del CBP, Mobile Identify non è accompagnata da una Privacy Impact Assessment (PIA) o da un System of Records Notice (SORN), documenti che dovrebbero chiarire come vengono gestiti i dati biometrici raccolti. L’assenza di questi documenti lascia aperte domande cruciali sulla durata della conservazione delle immagini, sull’accesso ai dati e sulla condivisione con altre agenzie.
L’ACLU e l’Electronic Frontier Foundation hanno criticato i partenariati 287(g), sostenendo che erodono la fiducia tra le comunità di immigrati e la polizia locale. La mancanza di trasparenza che circonda Mobile Identify potrebbe rendere difficile contestare detenzioni ingiuste o valutare l’affidabilità degli algoritmi di riconoscimento facciale sottostanti.
## Verso un Sistema di Sorveglianza Continua
Il DHS sta costruendo un sistema di sorveglianza continua che collega le forze dell’ordine federali e locali a database centralizzati. Questo sistema aumenta il rischio di errori, pregiudizi razziali e sorveglianza senza mandato. L’espansione della raccolta di dati biometrici, inclusi quelli di minori, e la condivisione di questi dati con altre agenzie sollevano interrogativi inquietanti sul futuro della privacy e delle libertà civili negli Stati Uniti.
La tecnologia, in questo caso, sembra essere utilizzata per erodere i diritti fondamentali dei cittadini, trasformando la società in un sistema di sorveglianza di massa.
## Riflessioni sull’Automazione e la Società
L’automazione dei processi di identificazione e controllo, come nel caso di Mobile Identify, solleva questioni etiche e sociali fondamentali. Se da un lato l’automazione può aumentare l’efficienza e la velocità delle operazioni, dall’altro può portare a una perdita di discrezionalità umana e a un aumento del rischio di errori e abusi.
Un concetto base di automazione è che essa dovrebbe essere al servizio dell’uomo, migliorando la sua vita e liberandolo da compiti ripetitivi e gravosi. Tuttavia, quando l’automazione viene utilizzata per scopi di sorveglianza e controllo, il rischio è che si trasformi in uno strumento di oppressione e limitazione delle libertà individuali.
Un concetto avanzato di automazione è quello della “human-centered automation”, che pone l’uomo al centro del processo di progettazione e implementazione dei sistemi automatizzati. Questo approccio mira a garantire che l’automazione sia utilizzata in modo responsabile ed etico, tenendo conto delle implicazioni sociali e dei potenziali impatti negativi sulla vita delle persone.
In conclusione, l’automazione non è di per sé né buona né cattiva. Dipende da come viene utilizzata e da quali valori guida il suo sviluppo. È fondamentale che la società civile, i legislatori e i tecnici lavorino insieme per garantire che l’automazione sia utilizzata in modo responsabile e che i diritti fondamentali dei cittadini siano protetti.
Immagina, caro lettore, un mondo in cui ogni tuo passo è tracciato, ogni tuo volto è riconosciuto, ogni tua azione è valutata. Un mondo in cui la libertà di movimento e di espressione è limitata dalla paura di essere sorvegliati e giudicati. Un mondo in cui l’automazione, invece di liberare l’uomo, lo imprigiona in una rete invisibile di controllo. È questo il futuro che vogliamo? La risposta è nelle nostre mani.








