Clearview AI: l’incubo privacy si fa penale?

Una denuncia penale scuote l’Europa

Il 28 ottobre 2025, l’organizzazione per la tutela della privacy europea noyb ha depositato una denuncia penale contro la società di riconoscimento facciale statunitense Clearview AI e il suo management. Questa azione rappresenta un’escalation significativa negli sforzi di applicazione delle normative, dopo che l’azienda ha sistematicamente ignorato multe regolamentari europee per un totale di circa 100 milioni di euro. La denuncia è stata presentata ai pubblici ministeri austriaci e punta il dito contro la società e i suoi dirigenti per violazioni della Sezione 63 della Legge sulla Protezione dei Dati austriaca, che criminalizza determinate violazioni del Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR).

Questa mossa rappresenta un cambiamento significativo nella strategia di applicazione. Dal 2021, le autorità europee per la protezione dei dati hanno emesso decisioni e sanzioni finanziarie consistenti contro Clearview AI, ma l’azienda ha continuato a operare senza affrontare le violazioni. Clearview AI gestisce un sistema di riconoscimento facciale contenente più di 60 miliardi di immagini prelevate da siti web e piattaforme di social media a livello globale, secondo la documentazione della denuncia di noyb. Il database include dati biometrici di milioni di europei, nonostante i molteplici ordini normativi di cessare il trattamento e cancellare queste informazioni.

Le violazioni del GDPR e le mancate sanzioni

Le autorità di protezione dei dati europee hanno ripetutamente stabilito che Clearview AI ha violato il GDPR. Le autorità francesi, greche, italiane e olandesi hanno imposto a Clearview multe per circa 100 milioni di euro per le sue pratiche intrusive. L’autorità austriaca per la protezione dei dati ha ritenuto che Clearview AI abbia agito illegalmente. Sono stati emessi diversi divieti. Queste decisioni non sono state contestate dalla società statunitense.

Nonostante ciò, Clearview AI sembra ignorare i diritti fondamentali dell’UE e le autorità europee. Solo nel Regno Unito la società ha impugnato la decisione e la multa imposta dall’ICO britannico, con una decisione del tribunale finale ancora da emettere. Le autorità europee per la protezione dei dati non sono riuscite a trovare un modo per far rispettare le proprie multe e i divieti contro la società statunitense, consentendo a Clearview AI di eludere efficacemente la legge.

La denuncia penale e le possibili conseguenze

L’articolo 84 del GDPR consente agli Stati membri dell’UE di prevedere sanzioni penali per violazioni del GDPR. L’Austria ha implementato tale disposizione penale per determinate violazioni del GDPR nel § 63 della sua legge nazionale sulla protezione dei dati. A differenza delle violazioni del GDPR, le violazioni penali consentono anche di intraprendere azioni contro i manager e di utilizzare l’intera gamma di procedure penali, comprese le azioni a livello di UE. Per questo motivo, noyb ha ora presentato una denuncia penale alla procura austriaca. In caso di successo, Clearview AI e i suoi dirigenti potrebbero affrontare pene detentive ed essere ritenuti personalmente responsabili, in particolare se si recano in Europa.

Verso una maggiore responsabilità: implicazioni per il futuro della privacy

La denuncia penale contro Clearview AI rappresenta un punto di svolta nella lotta per la protezione dei dati personali in Europa. Se i pubblici ministeri austriaci accetteranno il caso, potrebbe crearsi un precedente per l’applicazione penale delle violazioni del GDPR e aumentare la pressione sulle aziende non UE che elaborano i dati biometrici dei cittadini europei. Questa azione dimostra che le violazioni della privacy possono comportare responsabilità penale per i dirigenti, non solo multe aziendali, stabilendo un precedente per la responsabilità personale nell’applicazione della protezione dei dati.

Riflessioni conclusive: automazione, scalabilità e trasformazione digitale

In un’era dominata dall’automazione e dalla scalabilità produttiva, la trasformazione digitale ha portato con sé nuove sfide per la privacy. La vicenda di Clearview AI ci ricorda che l’innovazione tecnologica deve andare di pari passo con il rispetto dei diritti fondamentali.

L’automazione, in questo contesto, si riferisce alla capacità di raccogliere e analizzare dati biometrici su vasta scala, un processo che Clearview AI ha portato all’estremo. La scalabilità produttiva ha permesso all’azienda di creare un database di dimensioni senza precedenti, mentre la trasformazione digitale ha fornito gli strumenti per rendere tutto ciò possibile.

Ma cosa possiamo imparare da questa storia? Una nozione base di automazione ci dice che automatizzare un processo non significa necessariamente migliorarlo. Se un processo è intrinsecamente ingiusto o dannoso, automatizzarlo semplicemente lo renderà più efficiente nel causare danni.

Una nozione avanzata, invece, ci suggerisce che la vera sfida non è solo controllare l’automazione, ma anche guidarla verso obiettivi che siano in linea con i valori della società. Questo richiede un approccio multidisciplinare che coinvolga esperti di tecnologia, giuristi, etici e, soprattutto, i cittadini.

Riflettiamo: in un mondo sempre più automatizzato, come possiamo garantire che la tecnologia sia al servizio dell’umanità e non viceversa? La risposta a questa domanda determinerà il futuro della nostra società digitale.