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- Fino a 36 milioni di utenti Apple coinvolti nella causa.
- Apple potrebbe pagare fino a 1,5 miliardi di sterline.
- Commissione del 30% sotto accusa per prezzi eccessivi.
- Risarcimento potenziale per acquisti dal 1° ottobre 2015.
- Abbonamento Strava da 8,99 sterline mensili, rimborso di 21,58 l'anno.
Milioni di utenti Apple nel Regno Unito potrebbero ricevere un risarcimento a seguito di una sentenza storica che ha visto Apple soccombere in una causa collettiva legale. La vicenda, che coinvolge circa 36 milioni di utenti di iPhone e iPad, sia consumatori che aziende, potrebbe costare ad Apple fino a 1,5 miliardi di sterline in danni.
Il Competition Appeals Tribunal ha stabilito che Apple ha abusato della sua posizione dominante imponendo prezzi “eccessivi e ingiusti” attraverso la commissione del 30% applicata alle vendite di app e ai pagamenti in-app. I ricorrenti sostengono che ciò ha comportato un sovrapprezzo per gli utenti su app, abbonamenti e acquisti di contenuti digitali all’interno delle app.
Apple ha espresso forte disaccordo con la sentenza, annunciando l’intenzione di appellarsi. La causa è stata promossa dalla dottoressa Rachael Kent, i cui avvocati sostengono che si tratti della prima azione collettiva di questo tipo a ottenere successo nel Regno Unito. La dottoressa Kent ha definito la decisione una “vittoria storica, non solo per gli utenti dell’App Store, ma per chiunque si sia sentito impotente di fronte a un gigante tecnologico globale”.
## Implicazioni e contesto normativo
La decisione del tribunale giunge all’indomani della designazione da parte della Competition and Markets Authority (CMA) di Apple e Google come aziende con “strategic market status”, riconoscendo il loro significativo potere sulle piattaforme mobili. Ciò potrebbe portare la CMA a imporre ad Apple di consentire ai concorrenti di gestire i propri app store su iPhone nel Regno Unito, un cambiamento radicale rispetto all’attuale “sistema chiuso” di Apple. Apple si difende sostenendo che la commissione viene applicata solo alle app a pagamento e agli acquisti in-app, e che l’85% delle app sull’App Store non paga alcuna commissione. L’azienda ha inoltre introdotto un programma per le piccole imprese che dimezza la commissione standard del 30%.

## Chi può richiedere il risarcimento?
Secondo lo studio legale Hausfeld & Co. LLP, che rappresenta la dottoressa Kent, “qualsiasi utente britannico di iPhone o iPad che abbia acquistato app a pagamento, abbonamenti o effettuato acquisti in-app di contenuti digitali all’interno dello storefront britannico dell’App Store in qualsiasi momento dal 1° ottobre 2015 ha potenzialmente diritto a un risarcimento da Apple”.
Tuttavia, non è ancora stato stabilito l’ammontare esatto del risarcimento che i singoli consumatori o le aziende potrebbero richiedere. Per verificare l’idoneità, gli utenti Apple possono accedere al proprio account App Store e controllare la “Cronologia acquisti”.
## Potenziali cifre di risarcimento
Hausfeld suggerisce che le “somme saranno significative” per gli utenti con abbonamenti ad app o che effettuano acquisti in-app regolari. Ad esempio, un abbonamento a Strava a 8,99 sterline al mese/107,88 sterline all’anno potrebbe dare diritto a un risarcimento di 21,58 sterline per ogni anno. Anche i giocatori abituali potrebbero ricevere somme considerevoli. È fondamentale evidenziare che eventuali risarcimenti potrebbero subire dilazioni significative, data la determinazione di Apple nel contestare la sentenza; questo procedimento legale potrebbe estendersi da un anno a diciotto mesi.
## Riflessioni conclusive: Un punto cruciale nell’equità digitale?
La recente sentenza appare come una possibile svolta decisiva nella lotta contro le disuguaglianze digitali e in favore della competitività nel segmento delle applicazioni. Malgrado i tentativi difensivi da parte di Apple — i cui argomenti enfatizzano il presunto valore sicuro ed efficace dell’App Store tanto per gli utenti quanto per gli sviluppatori — rimane aperto il dibattito attorno alla sua influenza predominante sul mercato e alle commissioni imposte.
Tuttavia, questa situazione non riguarda esclusivamente Cupertino. In effetti, anche altri colossi tecnologici come Amazon e Microsoft sono soggetti ad analoghe pressioni legali; addirittura Google è oggetto d’indagine riguardo le fee destinate agli sviluppatori associati al suo Play Store. La CMA ha avviato misure più severe nei confronti sia di Google che di Apple — una mossa che preannuncia possibili adeguamenti nelle loro pratiche commerciali al fine di agevolare una competizione più sana sul mercato. Le conseguenze sono elevate: si tratta sostanzialmente di tracciare i limiti al dominio esercitato dai colossi tecnologici affinché siano preservati gli interessi sia degli utenti che degli sviluppatori dall’essere sfruttati senza pietà.
## Analisi su automazione, capacità produttive elevate e digitalizzazione
In relazione all’automazione e alla capacità produttiva massimizzata nell’ambito della digitalizzazione attuale, questa vicenda chiarisce quanto le modalità operative adottate da un singolo attore economico possano influire profondamente sull’intero sistema virtuale.
Il concetto iniziale dell’automazione utile a contestualizzare questa discussione include la gestione meccanica delle tasse sui download tramite gli store online. Apple ne è un caso esemplare; essa ha istituito protocolli automatizzati per incassare una commissione del 30% su ogni app venduta o acquisto integrato effettuato dagli utenti. Sebbene tale procedura possa apparire vantaggiosa sul piano funzionale, sussiste il rischio che possa condurre a dinamiche antisociali nel settore competitivo se priva della giusta sorveglianza normativa.
Per ciò che concerne concetti più elaborati ci si può riferire all’implementazione d’intelligenza artificiale tramite algoritmi creativi dedicati al monitoraggio proattivo dei comportamenti scorretti legati all’abuso di posizioni predominanti nel panorama commerciale relativo alle applicazioni software. La questione in oggetto invita a ponderare sul significato della regolamentazione nel contesto attuale, dove l’automazione e la produzione su larga scala non devono compromettere né l’equità né la concorrenza all’interno del mercato digitale. È essenziale raggiungere una sintesi tra l’innovazione tecnologica e la salvaguardia dei diritti di consumatori e sviluppatori.
- Sentenza completa del Competition Appeal Tribunal sul caso Apple vs Rachael Kent.
- Comunicato ufficiale CMA sulla designazione di Apple e Google, cruciale per la vicenda.
- Sito ufficiale della class action contro Apple promossa dalla dottoressa Kent.
- Documenti ufficiali del tribunale sulle azioni legali contro Apple.








