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- Denuncia antitrust: Google accusata di abusare dei contenuti web per ai overviews.
- Calo del traffico: editori sperimentano un declino significativo, fino al 20%.
- Dal 2005, chiusi circa 2.900 giornali locali negli stati uniti.
L’8 luglio 2025, il panorama digitale è scosso da una serie di azioni legali intraprese contro Google, in particolare per la sua funzionalità AI Overviews. Le accuse convergono su un punto cruciale: l’utilizzo di contenuti editoriali per alimentare le sintesi generate dall’intelligenza artificiale, con un impatto negativo tangibile sui ricavi e sul traffico dei siti di informazione.
## L’Offensiva Legale: Europa e Regno Unito all’Attacco
L’Independent Publisher Alliance ha formalmente presentato una denuncia antitrust alla Commissione Europea. L’accusa è grave: Google starebbe “abusando dei contenuti web” per i suoi AI Overviews, causando un danno significativo e continuativo agli editori, in particolare quelli del settore news. La questione centrale è l’impossibilità per gli editori di sottrarsi all’utilizzo dei loro materiali nelle sintesi AI senza rinunciare completamente alla presenza nei risultati di ricerca di Google.
Parallelamente, nel Regno Unito, il Movement For An Open Web (MOW) e altre organizzazioni hanno avviato un’azione legale simile, denunciando il pregiudizio subito dagli editori britannici. La Competition and Markets Authority (CMA) del Regno Unito aveva già manifestato l’intenzione di consultarsi su come rendere più equa la ricerca di Google, ma secondo Foxglove, Alliance e MOW, è necessario un intervento immediato per proteggere l’industria dell’informazione.

## La Difesa di Google e le Contromisure degli Editori
Google si difende affermando che le nuove esperienze AI nella Ricerca offrono agli utenti la possibilità di porre domande più complesse, creando nuove opportunità di scoperta per contenuti e aziende. L’azienda contesta inoltre le affermazioni relative al calo del traffico web, sostenendo che i dati sono spesso incompleti e che i siti possono guadagnare o perdere traffico per diverse ragioni.
Tuttavia, la realtà sembra dipingere un quadro diverso. Molti editori stanno sperimentando un calo significativo del traffico, spingendoli ad adottare strategie alternative, come la creazione di connessioni dirette con i lettori e l’implementazione di paywall per l’accesso ai contenuti. Allo stesso tempo, l’industria editoriale sta reagendo legalmente, intentando cause contro OpenAI, Microsoft e Perplexity per l’utilizzo di materiale protetto da copyright nell’addestramento dei modelli AI.
## Il Contesto: Un Settore in Crisi
La battaglia legale contro Google si inserisce in un contesto di profonda trasformazione per l’industria editoriale. Dal 2005, negli Stati Uniti, hanno chiuso circa 2.900 giornali locali, e il 2025 è stato un anno particolarmente difficile per i giornalisti, con licenziamenti che hanno colpito testate importanti come CNN, Vox, HuffPost e NBC. La dipendenza dal traffico proveniente dalla ricerca online rende gli editori particolarmente vulnerabili alle modifiche apportate dai motori di ricerca, come l’introduzione degli AI Overviews.
## Verso un Nuovo Equilibrio? Riflessioni sul Futuro dell’Informazione
La vicenda degli AI Overviews di Google solleva interrogativi fondamentali sul futuro dell’informazione e sul ruolo dei motori di ricerca. Da un lato, l’intelligenza artificiale offre nuove opportunità per accedere rapidamente alle informazioni e sintetizzare contenuti complessi. Dall’altro, l’utilizzo indiscriminato di materiale editoriale rischia di compromettere la sostenibilità economica dell’industria dell’informazione, con conseguenze potenzialmente negative per la qualità e la diversità dell’offerta informativa.
L’automazione, in questo contesto, si rivela un’arma a doppio taglio. Se da un lato può migliorare l’efficienza e la velocità di accesso alle informazioni, dall’altro può erodere le fonti di reddito degli editori, minando la loro capacità di produrre contenuti originali e di qualità.
Una nozione base di automazione applicabile a questo scenario è la *gestione automatizzata dei contenuti. Gli editori potrebbero implementare sistemi per controllare come i loro contenuti vengono utilizzati dai motori di ricerca e dalle piattaforme AI, definendo regole precise per l’estrazione, la sintesi e la visualizzazione delle informazioni.
A un livello più avanzato, si potrebbe pensare a un sistema di attribuzione automatica dei ricavi*. Un algoritmo complesso potrebbe tracciare l’utilizzo dei contenuti editoriali da parte delle piattaforme AI e distribuire automaticamente una quota dei ricavi pubblicitari agli editori, in base al valore generato dai loro materiali.
La riflessione che sorge spontanea è se il modello attuale di fruizione dell’informazione sia sostenibile nel lungo periodo. Forse è necessario ripensare il rapporto tra editori, motori di ricerca e utenti, trovando un nuovo equilibrio che garantisca sia l’accesso all’informazione che la sostenibilità economica dell’industria editoriale. La posta in gioco è alta: la salute della democrazia e la capacità dei cittadini di accedere a un’informazione libera, indipendente e di qualità.