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Google nei guai: la UE cambia le carte in tavola su Android

La Corte di Giustizia UE mette Google sotto pressione nel caso antitrust contro Android, aprendo nuovi scenari per la concorrenza digitale e l'accesso alle piattaforme.
  • Sanzione di oltre 100 milioni di euro inflitta a Google dall'AGCM.
  • La CGUE distingue tra "restrizione all'accesso" e "rifiuto di fornitura".
  • Nel 2017 Google ha fatturato 110,9 miliardi di dollari.

L’innovazione tecnologica e la sua regolamentazione continuano a essere al centro del dibattito europeo, con implicazioni significative per l’automazione, la scalabilità produttiva e la trasformazione digitale. Un recente caso, che vede coinvolte Google ed Enel X, ha sollevato questioni cruciali sull’abuso di posizione dominante e sull’accesso equo alle piattaforme digitali.
## Il Contesto del Caso Google/Enel X

La vicenda trae origine da una decisione dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), risalente al 27 aprile 2021 (caso A529), che ha sanzionato Google per abuso di posizione dominante. L’accusa? Il rifiuto di Google di sviluppare un modello specifico per rendere compatibile il suo sistema Android Auto con l’applicazione JuicePass di Enel X, destinata ai servizi di ricarica per veicoli elettrici. Questa azione è culminata in una sanzione pecuniaria inflitta dall’AGCM a Google, che ha superato i *100 milioni di euro.

La sentenza dell’AGCM è stata ratificata dal TAR del Lazio in data 18 luglio 2022 (pronuncia n. 10147/2022), ma è stata successivamente oggetto di ricorso da parte di Google al Consiglio di Stato. Quest’ultimo ha quindi sottoposto alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) alcune questioni interpretative, risolte con la sentenza del 25 febbraio 2025 (caso C-233/23).

## La Posizione della CGUE e le Implicazioni

La CGUE ha chiarito che il caso Google/Enel X non rientra nella giurisprudenza relativa alle “essential facilities”. Quest’ultima si applica quando un’impresa in posizione dominante rifiuta l’accesso a un asset sviluppato per uso esclusivo. In tali casi, per configurare un rifiuto illegittimo, devono sussistere requisiti stringenti: l’asset deve essere indispensabile per competere e il rifiuto deve eliminare la concorrenza.
La situazione muta quando l’azienda che detiene una posizione dominante consente già l’accesso al proprio asset a soggetti terzi, ma lo nega ad altri. In questo scenario, i criteri per contestare un illecito antitrust sono meno stringenti, poiché l’accesso non modifica radicalmente il modello economico dell’impresa dominante.

Le Linee direttrici sull’applicazione dell’articolo 102 del TFUE definiscono questa fattispecie come “restrizione all’accesso”, distinguendola dal “rifiuto di fornitura” in tema di essential facility. Il caso Google/Enel X è quindi inquadrabile come una restrizione all’accesso, dato che Android Auto era già aperto ad applicazioni di terzi.
Secondo la CGUE, affinché la condotta dell’impresa dominante sia illegittima, è sufficiente che sia idonea a determinare effetti anti-concorrenziali, senza che tali effetti si siano concretamente manifestati. La valutazione deve basarsi sugli elementi esistenti al momento della condotta. Il mantenimento di un certo grado di concorrenza non costituisce un’esimente.

La CGUE ha inoltre chiarito che l’implementazione di sviluppi per consentire l’accesso al terzo non giustifica il rifiuto, a meno che ciò comporti rischi per l’integrità o la sicurezza dell’asset o risulti tecnicamente impossibile. L’azienda dominante ha il diritto a un lasso di tempo adeguato per effettuare gli sviluppi necessari e può richiedere un corrispettivo finanziario proporzionato.

## Il Parere dell’Avvocato Generale e le Prospettive Future

La sentenza della Corte di Giustizia UE rappresenta un duro colpo per il ricorso antitrust di Google contro Android. Tuttavia, è importante sottolineare che non si tratta ancora di una decisione definitiva. Come ha evidenziato l’avvocato generale (una figura simile a un procuratore), la Corte dovrà ora esprimersi in merito. La vicenda, come detto, trae origine da un caso di diniego di interoperabilità con Android Auto per un’app di Enel, risalente al 2018, con fatti contestati iniziati già nel 2017.

È interessante notare che Google (Alphabet) ha chiuso il 2017 con un fatturato di 110,9 miliardi di dollari, un dato che sottolinea la sua posizione dominante nel mercato digitale.

## Verso un Equilibrio tra Innovazione e Concorrenza

La vicenda Google/Enel X evidenzia la necessità di trovare un equilibrio tra la tutela della concorrenza e l’incentivo all’innovazione. Le piattaforme digitali, come Android Auto, offrono enormi opportunità per lo sviluppo di nuovi servizi e applicazioni, ma è fondamentale garantire che l’accesso a tali piattaforme sia equo e non discriminatorio. La decisione finale della CGUE avrà un impatto significativo sul futuro della regolamentazione antitrust nel settore digitale e sulla capacità delle imprese di competere in un mercato sempre più dominato da pochi colossi tecnologici.
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Amici lettori, cerchiamo di tradurre tutto questo in termini più semplici e pratici. Immaginate di avere un’auto con un sistema operativo (Android Auto) che permette di usare diverse app. Se il produttore dell’auto (Google) decidesse di non far funzionare una specifica app (JuicePass di Enel X) solo perché è un concorrente, limiterebbe la vostra libertà di scelta e danneggerebbe l’innovazione. Questo è un esempio di abuso di posizione dominante.
Una nozione base di automazione e scalabilità produttiva legata a questo tema è l’interoperabilità. L’interoperabilità è la capacità di sistemi diversi di lavorare insieme, scambiando informazioni e risorse. Nel caso di Android Auto e JuicePass, l’interoperabilità significa che l’app di Enel X dovrebbe poter funzionare senza problemi sul sistema di Google, offrendo agli utenti un’esperienza fluida e integrata.

Una nozione avanzata è invece il concetto di ecosistema digitale*. Un ecosistema digitale è un insieme di piattaforme, applicazioni e servizi interconnessi che creano valore per gli utenti. Le aziende che controllano questi ecosistemi hanno un grande potere, ma devono usarlo in modo responsabile, garantendo che tutti i partecipanti abbiano pari opportunità.

Riflettete: in un mondo sempre più digitale, quanto è importante che le regole del gioco siano chiare e rispettate da tutti? E come possiamo assicurarci che l’innovazione non venga soffocata da comportamenti anticoncorrenziali?


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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